La città perduta by Clive Cussler

La città perduta by Clive Cussler

autore:Clive Cussler [Cussler, Clive]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Tea
pubblicato: 2004-01-21T23:00:00+00:00


22

Cavendish era ubriaco fradicio. Relegato il becco da corvo sulla sommità del capo per consentire alla propria boccuccia di rosa libero accesso al bicchiere, l'inglese non aveva fatto che tracannare vino durante l'intera ce-na di sapore medievale mentre ingurgitava piatti di selvaggina - c'era di tutto, dall'allodola al cinghiale - al ritmo di un tritarifiuti vivente. Austin, al contrario, si limitava a piluccare il cibo per educazione e a bere un sorso di vino ogni tanto. Suggerì a Skye di fare altrettanto; se l'istinto non lo ingan-nava, avrebbero avuto bisogno di tutta la lucidità possibile.

Appena ritirati i piatti del dessert, Cavendish si alzò traballando e batté il cucchiaio contro l'orlo del proprio bicchiere. Tutti gli occhi si puntarono su di lui, che sollevò il calice. «Vorrei proporre un brindisi in onore dei nostri ospiti.»

«Udite, udite», gli fecero eco i commensali con voce alterata dall'alcol, alzando a loro volta i bicchieri.

Incoraggiato dalla loro reazione, Cavendish sorrise. «Molti di voi non ignorano che le origini delle famiglie Fauchard e Cavendish risalgono a secoli e secoli fa. Tutti noi sappiamo come i Fauchard si... ehm... si appro-priarono del metodo dei Cavendish per la lavorazione dell'acciaio su vasta scala, assicurandosi così una rapida ascesa mentre le fortune della mia gente tramontavano.»

«Le sorti alterne della guerra», commentò l'orango dei Delitti della via Morgue.

Cavendish bevve una sorsata dal proprio bicchiere. «Purtroppo, o grazie a Dio, considerata la tendenza dei Fauchard a incorrere in incidenti fatali, non abbiamo mai contratto matrimonio con membri della loro famiglia.»

«Le sorti alterne dell'amore», osservò la donna con l'abito a campanelle.

Gli ospiti intorno al tavolo manifestarono vociando la loro approvazione.

Cavendish aspettò che le risate si placassero, poi riprese: «Dubito che la parola amore sia mai stata pronunciata in questa casa, anche se chiunque è in grado di amare. Quante famiglie possono vantarsi di aver personalmente dato il via alla grande guerra?»

Sulla tavola scese una cappa di silenzio. Gli ospiti lanciarono occhiate furtive a madame Fauchard, seduta a capotavola con il figlio alla propria destra. La donna conservava ancora sulle labbra il pallido sorriso esibito durante l'intero discorso, ma i suoi occhi irradiavano lo stesso fuoco notato da Austin quando Skye aveva tirato in ballo la sua condizione mortale.

«Monsieur Cavendish mi lusinga, ma esagera l'influenza della famiglia Fauchard», dichiarò con voce gelida. «Furono molti i motivi che scatenarono la grande guerra. Cupidigia, stupidità e arroganza, tanto per citarne qualcuno. Ogni famiglia rappresentata in questa stanza fece parte dello sciovinistico branco che sponsorizzò il conflitto fonte di tutte le nostre fortune.»

Per nulla scoraggiato, Cavendish riprese la parola. «Riconosci i tuoi me-riti, mia cara Racine. È vero che noi fabbricanti di armi eravamo proprietari di giornali e foraggiavamo i politici che inneggiavano alla guerra, ma fu la famiglia Fauchard, nella sua infinita saggezza, a pagare per assassinare l'arciduca Francesco Ferdinando, facendo precipitare il mondo in una sanguinosa gazzarra. A tutti sono note le voci della diserzione di Jules Fauchard, il quale si guadagnò così una prematura dipartita da questa terra.»

«Monsieur Cavendish», lo ammonì con un ringhio madame Fauchard, ma l'inglese era ormai lanciato.



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